Groane
"Groane" è un termine milanese che significa brughiera, cioè la prateria caratterizzata da un piccolo arbusto, il brugo o calluna, che a fine agosto esplode in rigogliose fioriture rosa-lilla.
E Groane si chiama quel lembo di alta pianura (pianalto) che si stende fra il torrente Guisa e il fiume Severo occupando il più continuo ed importante terreno semi naturale dell´alta pianura lombarda.
Il Parco delle Groane è un´area protetta regionale che si estende per oltre 3.400 ettari all´interno della grande metropoli nord milanese. Il Parco Regionale è stato istituito nel 1976, per volontà dei Comuni e della Regione Lombardia e, dal 1984, dispone di un piano territoriale che ne disciplina l´utilizzo delle aree.

L´area del Parco sì è formata durante la prima parte dell´Era Quaternaria, da 1,8 milioni a 10.000 anni fa, con i detriti trascinati dai ghiacciai che scesero nella valle Padana e si depositarono nella zona. Nello stesso periodo, quello della glaciazione, il vento trasportò in queste zone un forte quantitativo di particelle rocciose di piccolo diametro, tra le quali erano presenti in maggiore quantità, grazie alla loro "leggerezza", le argille che crearono un manto dello spessore di alcuni metri.

La caratteristica terra argillosa è stata usata, fin dai tempi antichi, per la fabbricazione dei mattoni. In tempi moderni, poi, le fornaci sono diventate una presenza importante per le Groane. Le prime risalgono al periodo tra il 1730 e il 1760, le altre sono state costruite ai primi del novecento.

Oltre alle vecchie fornaci, testimonianze di archeologia industriale, all´interno del parco si possono ammirare altri beni culturali di notevole interesse come Villa Mirabello, settecentesca dimora di Pietro Verri divenuta poi filanda nell´Ottocento, La Valera, borgo rurale comprendente una villa con giardino databile tra XVIII e XIX secolo, nonché il Castellazzo, antico borgo immerso nella campagna dove si trova il notevole complesso di Villa Arconti.

Nel Parco delle Groane sopravvivono ,protetti, gli ultimi boschi di grandi querce e svettanti pini silvestri; vaste lande di brughiera si colorano dell´intensa fioritura della calluna a fine estate. Le quercete sono i boschi più maturi del parco , con le loro farnie e roveri, a cui si alternano le betulle, gli aceri , i carpini bianchi e i frassini.

Le brughiere sono vaste praterie caratterizzate da un piccolo arbusto,brugo o calluna, un´erica; assieme ad essa si trovano splendidi fiori come la genziana pneumonante, il ranuncolo, il raro salice rosmarinifoglia, giovani betulle e, nei ristagni d´acqua acuminati giunchi e la elegante tifa.

Le pinete sono radi boschi di pino silvestre impiantati dai forestali del XVIII secolo. La pineta però ha vita dura nel terreno argilloso del parco e le piante oltre i vent´anni non si sviluppano più e col tempo, gradatamente, al loro posto si insedia il bosco di querce.

I boschi del Parco sono popolati da numerosi mammiferi e uccelli, alcuni anche rari. Con pazienza si può scorgere lo scoiattolo, la donnola, la volpe; e poi il picchio rosso maggiore, quello verde, l´upupa, la cince, i fringuelli, l´airone cenerino, il raro tarabusino; tra i rapaci diurni la poiana e il gheppio, nidifica il raro falco pecchiaiolo. Di notte il parco è territorio del gufo comune, dell´allocco e delle civette. Nelle polle d´acqua numerosi e pregiati sono gli anfibi: la rana di lataste, la rana dalmatina, quella verde e il raro tritone crestato.

Le riserve naturali del Parco rappresentano siti di interesse comunitario ma il Parco, oltre ad essere un importante polmone verde da ammirare, è anche un parco da vivere e dove passare ore piacevoli a contatto con al natura. In questo senso la sua vera ricchezza è il suo equipaggiamento di percorsi ciclocampestri. Già oggi è possibile passare una giornata interamente in bicicletta, su percorso protetto. Nel territorio, infatti, si trovano  30 km di piste ciclabili e 10 in fase di allestimento, per un programma di oltre 60 km complessivi.

Il Parco delle Groane è gestito da un Consorzio fra i Comuni e la Provincia di Milano. Il Consorzio acquista i terreni del Parco, rimboschisce le aree nude, migliora i boschi, tutela la natura. Organizza, inoltre, per le scuole locali, percorsi di conoscenza, esperienze di gioco-avventura, occasioni per osservare la natura, itinerari naturalistico-didattici.